L’inizio del lavoro profondo
Era da un po’ che non avevo il naso cosí chiuso. Spero che non sia COVID, altrimenti mi toccherà attingere abbondantemente alla lista di film e telefilm che non ho ancora visto, o che qualche amico che mi faccia compagnia a distanza non ha ancora visto. O forse no, visto che all’orizzonte si prospetta un appello straordinario di Finanza Matematica; è vero che devo recuperare in toto il corso, ma è anche vero che gli argomenti chiesti negli esercizi d’esame non sono troppo difficili.
Mentre aspetto un test fai-da-te per capire se devo emulare per la seconda volta le suore di clausura, ho iniziato a leggere Deep Work di Cal Newport. Mi fa molto piacere che l’approccio iniziale sia subito molto pragrmatico: non si dilunga troppo su questioni filosofiche del tipo “La tecnologia ci manda in pappa il cervello” o cose del genere, ma dichiara dalla prima pagina (o quasi) che il suo obiettivo è dare degli strumenti per ritagliarsi uno spazio, anche considerevole, di vero lavoro — il che sarebbe auspicabile anche per lo studio.
Nell’introduzione del libro ho trovato una frase che mi ricorda il motivo principale per cui pubblico su questo sito: «Che tu sia un programmatore, uno scrittore, un mercatante, un consulente o un imprenditore, la tua situazione è diventata simile a quella di Jung che cercava di scalzare Freud [...]: per avere successo, devi produrre al meglio delle tue capacità — e ciò richiede profondità». Questa piattaforma, invece, non richiede di essere sempre al massimo, perché non ha come fine il successo (in questo caso sociale, anziché economico). Chi è qui già sa di essere in mezzo a dilettanti, persone che hanno come scopo divertirsi imparando qualcosina nel frattempo. Il pugno di casi che non rientra in questa spiegazione è composto da chi è arrivato al punto di poter insegnare qualcosa agli altri, come ad esempio Sadgrl, che però non smette mai di imparare la “prossima cosa”, come quando ha aperto un forum con PHPBB piú per prenderci mano che per direzionare effettivamente il suo pubblico a discutere là.
Sicuramente continuerò a leggere Deep Work oggi: mi pare molto piú produttivo che cercare qualcosa da guardare su YouTube per la millesima volta e finire a riguardare i tutorial di Dan Worrall.