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Elogio a Emmy Noether

Ho trovato tra gli appunti del professore un vecchio articolo del NY Times in cui si riporta un elogio fatto da nientemeno che Albert Einstein a Emmy Noether, matematica di spessore non commensurabile.

Gli sforzi della maggior parte degli uomini si consumano nel guadagnarsi il pane quotidiano. La maggior parte di coloro che, per sorte o per qualche dono speciale, sono esentati da questa fatica, però, è assorbita nell’accrescere ulteriormente i propri averi. Sotto gli sforzi volti ad accumulare sulla Terra risiede troppo di frequente l’illusione che sia questo il fine piú essenziale e desiderabile da raggiungere. Esiste, per fortuna, una minoranza di persone che capiscono sin da giovani che le esperienze piú belle e soddisfacenti accessibili all’umanità non provengono da fuori, ma sono legate allo sviluppo di sentimenti, pensieri e azioni individuali. Artisti, ricercatori e pensatori genuini sono da sempre persone di tale sorta. Per quanto le vite di costoro proseguano senza dare nell’occhio, i frutti del loro lavoro sono ugualmente i contributi di maggior valore che una generazione possa offrire alla successiva.

Negli scorsi giorni, una matematica distinta, la professoressa Emmy Noether, già associata all’Università di Göttingen e da due anni all’Istituto Bryn Mawr, è morta all’età di cinquantatré anni. Secondo i migliori matematici ancora in vita, la signorina Noether è stata il genio creativo matematico piú significativo da quando è permesso l’accesso delle donne all’istruzione superiore. Nel dominio dell’algebra, sul quale hanno speso tempo i matematici piú talentuosi per secoli, ella ha messo a punto metodi rivelatisi di straordinaria importanza nello sviluppo della generazione odierna di matematici. La matematica pura è, a suo modo, la poesia delle idee logiche. Si ricercano le idee piú generali di operazione che accomunino la piú vasta gamma di relazioni formali attraverso una forma semplice, logica e unica. In questo sforzo verso la bellezza logica, le formule spirituali si sono dimostrate necessarie per penetrare in profondità all’interno dell leggi della natura.

Nata in una famiglia ebraica distintasi per l’amore per l’apprendimento, Emmy Noether, che nonostante gli sforzi del grande matematico di Göttingen, Hilbert, non ha mai raggiunto il riconoscimento accademico dovutole in patria, si è comunque circondata di un gruppo di studenti e ricercatori di Göttingen che si sono già distinti come docenti e ricercatori. Il suo lavoro generoso e significativo è stato premiato dal nuovo governo tedesco con un licenziamento, che le è costato la certezza di poter mantenere il suo stile di vita semplice e la possibilità di proseguire i suoi studi nel campo matematico. Alcuni compagni scienziati di questo Paese che ci han visto lungo sono per fortuna riusciti a organizzare disposizioni all’Istituto Bryn Mawr e a Princeton tali da farle trovare in America, e fino al giorno della sua dipartita, non solo colleghi che apprezzavano la sua amicizia, ma anche alunni grati, il cui entusiasmo ha reso i suoi ultimi anni i piú felici e, forse, i piú fruttuosi della sua intera carriera.